domingo, 12 de diciembre de 2010

La Venezia della Spagna

C'è a chi piacciono i bambini biondi...
foto del bambino biondo con gli occhi az rəsmi

C'è a chi piacciono i bambini mori...



A me piacciono i bambini... ZITTI!!!


Anzi meglio non vederli neanche i bambini, non li sopporto. Sono rumorosi, si lamentano sempre, e puzzano, non tutti ma quasi... e sapete cosa mi è successo questo weekend? Me ne sono ritrovato uno in casa! E per ben 2 giorni di fila!!!
Non ne potevo più!
Sto bambino è il nipote del mio coinquilino, che chiameremo J., e non solo per due giorni ho dovuto sopportare le grida e i pianti di sto nano saltellante, bensì si sono accampati in casa, nonna mamma e migliore amica di J. Ho vissuto due giorni in una comune.

Che poi sto bambino aveva anche la febbre e il dottore gli aveva consigliato di fare l'aerosol. Il problema è che nessuno aveva la macchina per fare l'aerosol e la nonna ha avuto la brillante idea di far bollire una pentola d'acqua con delle foglie di eucalipto (che a me sembravano foglie di alloro geneticamente modificate).
Ecco la ricetta per questa stregoneria, trovata scritta su una pergamena maledetta:


- 1 pentolone di acciaio pieno d'acqua
- figlie di eucalipto modificate geneticamente
- qualcosa di liquoroso di colore marrone
- fuoco a volontà (chiamare Sailor Mars per farsi aiutare)


Una volta che la vecchia megera ha finito di preparare la malefica pozione, l'ha messa sul fuoco a bollire, e a bollire e a bollire e far in modo che gli effluvi venefici vagassero per tutta la casa (uh che parole complicate che ho usato, non so neanche il loro significato).
Così facendo ha completamente allagato la cucina d'acqua perchè il vapore di tutta quella pentola si era condensato e se volevo cucinare qualcosa dovevi farlo con stivali ed ombrello.


miércoles, 1 de diciembre de 2010

New Life in Barcelona

Ehm... mi sono assentato un pochino... è vero, è da più di un mese che non scrivo, però ho avuto un sacco di cose da fare e non riuscivo a trovare neanche quei 5 minuti per lasciare un piccolo post :(
Ormai è un mese che vivo a Barcellona e sapete? mi piace come città, è stupenda, clima mite (anche se in questo periodo c'è un ondata di freddo barbino), gente simpatica (anche se alcuni sono un po' cabrones), architettura particolare, un sacco di cose da fare e da vedere.

La cosa più difficile però è stata trovare casa. Non pensavo che in una città così grande, fosse così difficile trovare una stanza abbastanza economica, in una zona comoda per il lavoro e per uscire, ecc ecc...
e invece, è proprio stata dura! Ho sudato 7 camicie (peccato però solo nel senso figurativo perchè questa ricerca estenuante di un nido dove passare le fredde notti d'inverno non mi ha fatto andare giù neanche di un grammo).


Ecco la lista delle stanze/case che ho visitato, in totale sono 8, quale di queste 8 avrà scelto il sottoscritto?





Appartamento numero 1:
Sceso dalla metro ho avuto un dejà-vu: mi sembrava di essere in viale Padova  a Milano o appena sceso alla fermata di Maciachini, e per chi ha vissuto nella città della moda ha già capito tutto e potrebbe non andare avanti a leggere.
La calle ha il nome di Avenida Paralel è una strada importante, ma il quartiere è stato definito dai miei colleghi "multietnico" o ancora meglio "multiculturale", io lo definirei come "una buona zona per andare a mangiare degli ottimi kebab". L'appartamento era brutto, il tipo mi stava sul c***o, la stanza piccola, della cucina non parliamo. Unica nota positiva... l'ascensore, bello, ampio e tecnologico.

Appartamento numero 2:
In una via sperduta, dimenticata da Dio e dagli uomini, si trova la seconda casa. L'appartamento è al 5° piano senza ascensore con delle scale strettissime stile torri della Sagrada Familia. Entro, il tipo che mi accoglie si definisce VISUAL (e con una sola parola ho descritto il padrone di casa). Era tutto contento di vedermi, e mi faceva anche delle strane avance.. La camera era un loculo: letto a una piazza e attaccati c'erano la scrivania e l'armadio; il bagno minuscolo come la cucina e il salone. Le pareti di quest'ultimo erano pitturate di VIOLA, non voglio sapere i lavori di sto visual come sono... Il fatto è che quando sono entrato in casa mi è venuta addosso una sensazione di tristezza e di compassione per il tipo che viveva lì che non vedevo l'ora di andarmene (anche se lui continuava a tenermi lì con qualsiasi pretesto). C'era poi un gattino, odioso come solo i gattini sanno essere, che volevo usare come scusa per andarmene: "Mi spiace devo scappare che sono allergico al pelo, sai com'è..." (stile Banchieri e la sua duodenite).

Appartamento numero 3:
Si trova al primo piano, ma dato che qua c'è l'usanza di metterci l'entresuelo dopo la porta d'ingresso, il primo piano diventa un secondo, il secondo un terzo, e così via.
Il salone è all'ultima moda Ikea, la cucina invece è all'ultima moda '15-'18, così come il bagno. Il tipo almeno è simpaticissimo, l'altro manco mi ha parlato (hanno 41 e 34 anni rispettivamente). La camera è piccola, anche se mi ha detto che se voglio si mette lui lì e io mi prendo quella più grande... ma che tenero (ho paura però fare sto cambio, perchè credo che sotto sotto si nasconda una richiesta di favori particolari).

Appartamenti numero 4:
Scomodissimo con le linee della metro che servono a me (o cammino 15 minuti fino alla Sagrada Familia o mi cambio 3 metro). I padroni di casa: marito e moglie, non so se di nazionalità russa, ucraina o ex Jugoslavia....fatto sta che o sono mafiosi e affittano le camere ai clandestini che scappano dai paesi dell'Europa dell'est, o hanno una grande mente imprenditoriale tale da creare un business affittando le camere ai clandestini che scappavano dai paesi dell'Europa dell'est, appunto.
Ok che io mangio le patate con la buccia come ai tempi di guerra e che devo dire trovo assai gustose, ma fortunatamente non ho vissuto i terrori di nessuna presa della Bastiglia e sono abituato a case "più agiate".

Appartamento numero 5:
Zona super lusso, a 2 fermate di metro dal mio lavoro, ovviamente la sfiga ha voluto che il mio palazzo fosse uno dei più brutti e che fosse al 4° piano senza ascensore (e per la regola dell'appa nº 3 il quarto piano è in realtà un quinto. Il tipo è stranissimo, però simpatico. La casa sembra quella di mia nonna, però la stanza è carina, ha anche TV e DVD in camera. Il salotto piccolissimo, la cucina piccola però si può mangiare lì, al suo interno però troviamo una porticina che se la apri ti trovi... il cesso, o più francesemente definito come il water. Ma si può? E poi se si apre la porticina che c'è nel salotto c'è la doccia, quindi se voglio fare la cacca devo andare verso la cucina, quando invece voglio farmi la doccia devo passare per il salotto....
Non voglio sapere minimamente chi sia l'architetto.

Appartamento numero 6:
Il peggiore. Abitato da un cubano e da una tipa che definirei bizzarra, vestita da strega, credo, e non perché era Halloween ma solo perché indossava la classica "divisa" da casa, ma credo che quando esca si vesta più o meno allo stesso modo. Il salotto minuscolo, la stanza: un buco, la cucina oscena e indescrivibile, non solo in disordine, ma anche sporca e puzzolenmte, il bagno non me lo ricordo nemmeno e un motivo ci deve essere. Loro, i due coinquilini, tutti contenti di vedermi, mi hanno detto che sarei stato il nuovo acquisto e che sarei diventato il loro amico, perchè loro cercano non solo un coinquilino ma anche un amico... non penso proprio, direi.
NEXT!
Ma la cosa che mi ha fatto girare le così dette palline da ping pong era il fatto che io li chiamai perchè le foto messe nell'annuncio erano di una casa bellissima, peccato che la casa non era quella rappresentata dalle foto, ma si può?

Appartamento numero 7:
Ho scelto di andare a vedere quest'appartamento solo per 2 motivi:
- le foto non erano male
- e c'era un labrador nero bellissimo:)


Lla stanza peró era uno sgabuzzino, la casa piccolina (e non so come facesse a starci dentro un labrador di 2 anni), il tipo ha iniziato a starmi sul cazzo quando ha iniziato a dirmi che non si possono portare a casa amici o sconosciuti vari che diventano conosciuti dopo una sera in discoteca....
Comunque diciamoci la verità, il problema non era tanto portarli a casa, quanto a trovare una risposta a un'affannosa domanda: dove li metto?

Appartamento numero 8:
Vicino alla Sagrada Familia, 350€ per 2 buchi: stanza e bagno privato. Concorrenti della casa:
- una signora di 36 anni, mezza gitana mezza latina
- un gay che non so neanche come sia fatto dato che non c'era
- una coppia (marito e moglie??) di francesi a cui hanno, credo, appena messo in regola con le varie carte.
Entro e mi trovo circondato di specchi con lampadari tipo buduoire francese, un odore di mangiare pazzesco, un salotto trash che sembrava lo studio di Pomeriggio 5 della Barbara D'Urso...
Almeno il palazzo da fuori era carino.


E dopo queste brevi descrizioni, in quale appartamento il nostro eroe avrà scelto di stare?

viernes, 15 de octubre de 2010

El último día

Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro, vorrei poter parlare al passato, ma purtroppo sono ancora qua in ufficio (stakanovista fino all'ultimo). Sono qua solo per i soldi che mi devono ancora dare... non li voglio mica perdere.. ah no eh.
In realtà in questo momento dovrei essere in posta per inviare un pacco, in centro per prendere un regalo a mia mamma, al mercadona per prendere da bere per festeggiare stasera, ah e devo ancora organizzare qualcosa per stasera....

Oggi si chiude una piccola "era" della mia esperienza professionale e di vita... Domani infatti torneró in Italia, ma ci staró solo una settimana, dopo di che torneró in Spagna con destino Barcellona, eh sí alla fine ho accettato, ho detto di sí al mio aguzzino, probabilmente ho qualche attrazione verso il male psicologco, una sorta di sadomasochismo, quello che hanno un po' tutti e che ci porta a farci del male e ad essere contenti di ció.

Comunque dopo questi 6 mesi a Valencia mi sento una persona diversa, più matura, ahah... fa sempre ridere sta frase, però è vero, questa esperienza mi ha fatto crescere, mi ha fatto conoscere persone speciali come il mio coinquilino Andrés, che non solo mi ha aperto al mondo della palestra vera (ahah, altra battuta), ma mi ha fatto da cicerone della cultura spagnola. Ora ho meno pregiudizi verso tutto e tutti e non considero sbagliato ció che è diverso da me o da quello che penso, ma solo diverso, un altro modo di vedere e fare le cose.
È un'esperienza che consiglio a tutti di fare prima o poi, ti arrichisce in tutti i sensi (tranne nel senso pratico del termine, ovvero i soldi, almeno che non riusciate ad ottenere un mega lavoro da manager di multinazionale e medico a tempo perso). Quindi... comprate un biglietto, e via che si parte!!!

Ma ricordate... non dimenticate a casa lo spazzolino da denti!

                

viernes, 8 de octubre de 2010

I "perdenti" di Glee


I perdenti di Glee non sono poi cosí perdenti...
Da qualche settimana è infatti ricominciata la seconda stagione della serie ed è partita già con alti indici di ascolti, ma soprattutto i record si sono visti nelle vendite dei singoli che sono diventate persino le canzoni più scaricate del momento, battendo... (momento di suspance, come in tutti i reality) persino i Beatles!!!
Eh già, sti vecchiacchi sono stati sconfitti da sti ragazzini per 75 singoli in classifica contro i 71 della band inglese.
E ne vado fiero, eheh, anche perché è una delle mie serie preferite che suego sempre e sì, io sono uno di quelli che si ascolta continuamente il loro cd, preferendo molte volte i loro arrangiamenti agli originali.
Comunque per saperne meglio su questa notizia, ascoltatevi sta canzone e poi leggete più sotto eheh...




Sono bastate solo 3 puntate della nuova stagione di Glee,  a seconda in onda negli States ora, per far vivere un passo storico ai ragazzi del musical seriale: spodestare nientepopòdimeno che i Beatlesda uno dei record più longevi della loro carriera, la classifica americana dei top 100 singoli cantati da una band.
I killer seriali della canzone pop in tv, i liceali di Glee, hanno fatto entrare in classifica 75 singoli contro i 71 dei Fab Four, attirando l’attenzione anche di un Paul McCartney che ha chiesto di recitare in un cameo nella serie. Le vendite di Glee sono davvero da record: 2,8 milioni di album e 11,5 milioni di download. Ma come ci sono riusciti?
CANZONI
Hanno scelto canzoni pop nelle orecchie di tutti e le hanno trasformate con arrangiamenti originali in qualcosa di nuovo: quante altre volte il pop è diventato un’opera così compatta?
TALENTO
Gli attori cantanti di Glee sono bravissimi. Hanno talento, tanto che se non fossero arrivati a questi riconoscimenti (in termini musicali) sarebbe stata un’ingiustizia.
CELEBRITIES 
Hanno goduto dei camei di star come Britney Spears e intorno a pesonaggi come Madonna e Lady Gaga hanno saputo costruito delle puntate speciali monotematiche da antologia della musica.
COREOGRAFIE 
Le canzoni sono diventate uno show estremamente coinvolgente. Riascoltare un brano di Glee ti fa ballare esattamente come hai visto fare a loro sullo schermo, perlomeno con il pensiero.
RIVINCITA
Hanno inventato un immaginario che prosegue fuori dallo schermo. L’intrattenimento della canzoncina pop di Glee, canticchiata nell’iPod in giro per la strada, fa ancora sognare. Perché riporta ai protagonisti del serial, quei liceali che da perdenti vivono il loro momento di gloria grazie a quelle note. E non ci resta altro da fare che, da perdenti, sognare come loro i 5 minuti di gloria di una canzoncina pop

domingo, 3 de octubre de 2010

Paolo Fox, io ti credo!


Eh già, io sono uno dei suoi più cari fan, o seguaci, o adepti, sinceramente non saprei che parole utilizzare....
E la colpa di tutto questo è da attribuire alla mia carissima amica, nonché ex compagna d'appa, Alessandra. E' lei infatti che quando vivevamo insieme in quel di Lambrate stazione di Lambrate mi faceva ascoltare tutti i giorni L'OROSCOPO DI PAOLO FOX (da leggere con voce ferma e potente come faceva la zingara Cloris quando annunciava che il concorrente aveva scelto la carta con la Luna Nera - ndr), convincendomi con strane elucubrazioni mentali e logiche strane uscite da una puntata dei Puffi, che Lui non solo legge il tuo futuro, ma parla direttamente a TE! Cosa questa che sinceramente mi ha sempre messo un po' di ansia... sì perché lui quando inizia a parlare non dice: "E ora parliamo del segno dei Pesci", bensì ti chiama: "E ora parliamo di te Gianmaria". E ormai sono completamente convinto di questo.
Ora non mi perdo una puntata della classifica settimanale dove viene svelato allo stile "Hit List Italia di Mtv" se questa settimana conviene stare a letto e non uscire per la paura di prendere qualche malattia cinese o se puoi lanciarti da un aereo senza paracadute proprio come fanno le donne in quei giorni.


Ok, raccontata così non è proprio il massimo della vita, anche perché sembra quasi che le mie giornate dipendano da un tizio che sappia leggere le stelle come io so leggere l'aramaico antico (attuale lingua di Patty Pravo). In realtà lo ascolto più per abitudine, dato che la mia attenzione alle sue parole è talmente bassa che appena chiudo la finestra del sito non mi ricordo assolutamente nulla di quello che ha detto e dei suoi "consigli".
Diciamo però che da qualche tempo a questa parte sembra azzeccarci davvero. A parte il fatto che dice che è l'anno dei Pesci, e quindi anche il mio, ha detto anche che avrei iniziato a realizzare i miei desideri (infatti mi trovo in Spagna, cosa che ho sempre desiderato). All'inizio del mese poi mi ha detto che tra il 20 e il 30 di settembre mi sarebbe arrivata una proposta interessante, e infatti (come avrete letto nel post anteriore) la mia azienda mi ha chiesto se voglio lavorare per loro (non più come stagista, ma stavolta come dipendente, con un vero STIPENDIO) nell'ufficio di Barcellona. Cavoli, Paolo ci hai azzeccato.
Martedì scorso sono infatti andato a fare il colloquio a Barcellona (ovviamente tutto spesato dall'azienda) ma poi non mi hanno fatto l'offerta e non mi hanno detto niente.
Momento di panico! Sarò stato preso? O per caso scartato?
Ed è in momenti come questi che chiedo aiuto al mio amico Paolo Fox, proprio come fa Ash quando lanciando la sfera Poké fa uscire il suo amico Pikachu. E ci ha azzeccato anche questa volta, dicendomi di non essere ansioso, perché l'offerta che attendi arriverà giovedì o venerdì. Azzeccato anche stavolta. Mi hanno infatti detto che vorrebbero che io lavorassi con loro, ho quindi superato il colloquio!!! Ora devo solo aspettare l'offerta e vedere quanto dinero hanno intenzione di sganciare.


Ok, saranno pure coincidenze, o sarà anche il fatto che Paolo Fox è sempre un po' vago nelle sue predizioni, quindi vanno bene un po' per tutti, diciamo, però un po' ci credo... farò bene? Faro male? Si, no, forse?
Diciamo che un pizzico di sana superstizione non costa nulla e non fa male a nessuno, no?


Per chiunque volesse sapere cosa gli riserva il futuro, vi consiglio di ascoltare il suo oroscopo dal sito della radio LatteMiele.

viernes, 24 de septiembre de 2010

Barcellona o Milano? Notaio: "Push the botton!"

Pubblico sovrano a voi la scelta!
Con il codice 01 abbiamo Barcellona, città spagnola cosmopolita che non dorme mai, con il codice 02 troviamo invece Milano, capitale della moda italiana e non solo. Quale delle due città vincerà? Per scoprirlo c'è solo un modo: televotare!
Quindi diamo subito il via al televoto con il nostro solito rito: "Notaio, ¡PUSH THE BOTTON!"

Scusate se mi sono un attimo Facchinettizzato, ma questo lo dovevo troppo scrivere.... era da tempo che desideravo dirlo, stava lì, aspettando di uscire, proprio come l'"anima" della Marcuzzi dopo aver mangiato per 2 settimane l'Activia di Danone (ok, diciamo che l'esempio non è dei più felici, ma rende l'idea).

Sì perchè adesso avrei proprio bisogno di Facchinetti e del pubblico sovrano per risolvere questo dilemma. Diciamo che fino a ieri ero straconvinto di lasciare la Spagna alla fine del mio stage, per vari motivi: ero in stage, appunto, e non c'era possibilità di essere inserito all'interno dell'azienda, anche se il lavoro mi piace non è proprio quello che vorrei fare nella vita, Valencia mi sta stretta, vorrei andare a Madrid ma con la crisi che c'è non so come farei a vivere, ecc. ecc. Insomma tutta una serie di pensieri, fatti ed elucubrazioni che mi avevano convinto a prendere l'aereo e tornare in quel di Milano.
Stamattina però arriva la mail inaspettata (proprio come aveva predetto Paolo Fox, che uomo!). La mia capa generale sovrana di tutto l'universo infatti mi chiede che ho intenzione di fare dopo lo stage, studiare? Lavorare? Cazzeggiare? Anche se l'ultima opzione sarebbe il mio sogno, non im sembrava la risposta più corretta da dare, e avevo anche finito i miei "Passaparola", quindi ho risposto: "la seconda che ha detto!" (chi capisce questa citazione lo stimo).
Lei controbatte: un chiamami secco e perentoreo (esiste sta parla?).
La chiamo, mi lancia un'offerta. 6 mesi a lavorare in questa agenzia non più come stagista ma come dipendente, con un STIPENDIO (ok, non è molto, ma non ne avevo mai visto uno vero). Quindi che fare? Stare via per altri 6 mesi con un lavoro sicuro, o tornare nell'incertezza di stage su stage, squattrinato?


Ancora non ho deciso, sicuramente andró a Barcellona per il colloquio, mi faró spiegare bene quello che c'è da fare (perchè mi sa che mi toccano molte operative, e la cosa mi piace un sacco), ma soprattutto guardare il lato economico, perchè i soldi non sono tutto e non fanno la felicità, ma sicuramente con tanti soldi sarei sicuramente più contento :)

lunes, 20 de septiembre de 2010

Venerdì pesce, ma sabato PAELLA!!!

Dato che ormai sono uno Spagnolo adottato, mi manca solo il DNI e poi lo divento a tutti gli effetti, sabato insieme ai miei coinquilini abbiamo preparato una buonissima PAELLA VALENCIANA (quella vera e fatta in casa, mica quella della Buitoni comprata all'Esselunga di Viale Umbria). Ok di solito si mangia in famiglia la domenica a pranzo, ma dato che già sapevamo che sabato sera saremmo usciti "solo per bere qualcosa" (ovvero si sa quando si esce ma non si sa quando si torna) abbiamo deciso di prepararla il sabato e mangiarcela con calma.
Sicuramente chiunque di voi almeno una volta l'ha provata in qualche ristorante spagnolo, o nei peggiori bar di Caracas, ma chi la sa cucinare veramente?

Io sto imparando, perché quando torno in Italia la voglio cucinare almeno una volta a settimana (e poi mi lamento delle maniglie dell'amore). Inizialmente pensavo fosse difficile e la preparazione lunghissima (già mi vedevo la domenica mattina ubriaco a tagliare l'aglio e probabilmente anche un dito), in realtà non è così. Infatti ci vuole più o meno un'oretta, anche se il tempo dipende dalla quantità, da quante cose ci mettete dentro, ecc ecc.
Dato che sono buono, proprio come la paella di ieri, ho deciso di riportare nel mio blog la video ricetta della VERA Paella Valenciana. Dico vera perché questo piatto, tipico di questa città, è nato qui e poi esportato in tutto il resto della Spagna e poi nel mondo ed è fatto con POLLO e CONIGLIO, non come erroneamente pensano tutti, ossia con carne e pesce... Quest'ultima è infatti una variante che in Italia è stata venduta come originale, insomma è un fake... eheh.
Dato che il video è in spagnolo e molti potrebbero trovarlo difficile da capire, ve lo traduco... mamma mia ho già l'acquolina in bocca...





Ingredienti:

  • Riso
  • Coniglio
  • Pollo
  • Garrofòn (che sono fagioli tipici valenciani, che sono come i nostri fagioli bianchi e grandi)
  • Paprika (io non ce la metto)
  • Salsa di pomodoro
  • Fagioli verdi
  • Acqua
  • Sale
  • Un rametto di rosmarino
  • Olio d'oliva

Preparazione:

Riscaldiamo un pò di olio nella Paellera (purtroppo se si vuole fare una buona Paella si deve comprare la pentola adatta, ovvero la Paellera), e intanto che aspettiamo che si scaldi iniziamo a tagliare i fagioli verdi, in questo modo: togliamo le punte e tagliamo i fagioli in diagonale.


Quando l'olio è abbastanza caldo iniziamo a far cuocere i pezzi di pollo con quelli di coniglio (io in realtà oltre all'olio taglio un spicchio di aglio, e lo faccio soffriggere insieme all'olio, prima di aggiungere la carne). Una volta che la carne si è dorata aggiungiamo i fagioli verdi che avevamo tagliato prima e i Garrofòn (i fagioli bianchi). Mescoliamo il tutto e creiamo un buco nel mezzo e ci aggiungiamo 4 cucchiai di salsa di pomodoro e lasciamo che si bruci un po' e in seguito aggiungiamo un cucchiaino di paprika.
Aggiungiamo 1,4 litri di acqua e lasciamo sul fuoco per circa 30 minuti, così che gli ingredienti si cuociano per bene.


Aggiungere un pizzico di sale e 450 gr. di riso, però come lo fanno qui a Valencia, ovvero disegniamo una croce e poi lo ripartiamo per tutta la paellera. Lasciamo cuocere il tutto a fuoco alto per 7 minuti per poi abbassarlo al minimo e lasciare a cuocere il tutto per altri 5 minuti a fuoco basso, aggiungendo un po' di zafferano (io in realtà metto lo zafferano prima di mettere il riso).
Passati i 5 minuti aggiungiamo un rametto di rosmarino, per darle un po' di sapore, e lasciamo cuocere per altri 3 minuti. Dopo di che spegniamo il fuoco e copriamo il tutto con un panno e la facciamo riposare per qualche minuto e dopo di che... beh che dire...


Qué aproveche :)






PS:
Una piccola curiosità su questo piatto.
Il suo nome, Paella, non deriva infatti dal nome dalla pentola (la paellera) con la quale si cucina, ma dal fatto che anticamente erano gli uomini che la cucinavano la domenica mattina per le proprie signore, ovvero "Para Ellas" perché la domenica era il giorno di riposo delle donne di casa che lavoravano tutta la settimana per prendersi cura della casa e della famiglia.

viernes, 17 de septiembre de 2010

The wilderness downtown: il film ionterattivo della tua vita

L'altro giorno, curiosando tra la rete ho trovato questa piccola curiosità su un esperimento grafico molto carino e particolare. Sto parlando di The Wilderness Downtown ovvero un filmato di una pagina web che vi riporta alle emozioni della vostra infanzia (almeno così dicono), ricreando le immagini della via in cui siete nati.
Per poter godere  di questa "esperienza" dovete però utilizzare il nuovo browser di Google, ovvero Google Chrome e io modestamente CE L'HO, quindi l'ho provato.




Una volta caricata la pagina web dovrete solo digitare il nome della via in cui siete cresciuti, cliccare Play sedervi sul vostro comodo divano, magari con un buon Martini bianco, che quello non deve mai mancare nelle vostre mani e nelle vostre dispense, e godetevi il filmato che si verrà a creare. La musica di sottofondo è "We used to wait".

Il sistema sfrutta le immagini di Google Earth, il sistema di ricerca di strade e luoghi più famoso di tutto il mondo e alla fine di tutto potrete inviare una cartolina virtuale scritta e disegnata da voi, un po' allo stile albero del tempo.

Tutto sommato carino e da provare..

jueves, 16 de septiembre de 2010

Ana Torroja torna con una "SONRISA" :)



Lo scorso 14 settembre è uscito il nuovo album da solista di Ana Torroja.
Forse molti di voi non sanno chi cacchio sia, però qua in Spagna è molto famosa perchè era la Cantante dei Mecano, uno dei primi gruppi pop spagnoli degli anni '70. Sinceramente l'unica canzone che conosco di loro è Hijo de la Luna, anche perché non so se hanno fatto molto successo in Italia, ma soprattutto io a quei tempo manco ero nato, quindi mica posso sapere queste cose no?

La Torroja canta come solista dal 1997 e da quel momento ha pubblicato 5 album di cui l'ultimo si intitola Sonrisa, un titolo allegro e simpatico proprio come il singolo omonimo che lo precede. L'album arriva nei negozi dopo 7 anni di assenza dalle scene musicali della cantante, e dopo un grave incidente stradale avvenuto nel 2008 che a momenti la lasciava senza una gamba. Ana è però tornata con più forza che mai, ma soprattutto positiva al massimo e con tanta voglia di divertirsi e far divertire. Il primo singolo Sonrisa, è infatti una canzone allegra e simpatica, che sicuramente non farà ballare o non desterà gli urletti isterici delle ballerine del Borgo quando sentono la suoneria si Telephone di Lady Gaga, però a me personalmente mette tanta allegria :)


Il testo è molto semplice ma allo stesso tempo influisce sullo stato d'animo di chi l'ascolta (non sarà mica una stregoneria?!). Il ritornello dice infatti:

"Tengo una sonrisa para regalarte, 
tengo mil cartas de amor, y tengo 
todo el tiempo que perdí sin ver el sol. 
Tengo mil historias que quiero 
contarte escondidas en mi voz. 
No quiero dejar nada por sentir, 
ya sé quien soy."

Che in italiano suonerebbe così:

"Ho un sorriso da regalarti
ho mille lettere d'amore, ed ho
tutto il tempo che ho perso senza vedere il sole.
Ho molte storie che voglio
raccontarti nascoste nella mia voce.
Non voglio lasciare niente da sentire,
so già chi sono."

Insomma a me piace, MA (e diciamo che i ma sono un pò come l'herpes al labbro che se ne sta lì zitta zitta e poi zac, quando meno te l'aspetti, salta fuori) diciamo che l'album è un pò noioso. E io che mi aspettavo qualcosa di allegro, simpatico, proprio come Sonrisa e invece no: canzoni carine, testi belli, ma musicalmente il tutto è proprio lento e non è che ti fa sprizzare di gioia, quella gioia che solo si prova quando si indovinava quanti fagioli aveva la Carrà nel suo vasetto di vetro.
Ma vabbeh, sapete quindi cosa faccio? Continuo ad ascoltarmi il primo singolo in loop, almeno mi metto di buon umore, dato che oggi il tempo è orribile, nuvoloso e con pioggia... non sono potuto nemmeno andare in spiaggia a godermi degli ultimi raggi di sole estivo prima che l'autunno porti via tutti gli ombrelloni della spiaggia di Valencia.

Buon ascolto!!!

miércoles, 15 de septiembre de 2010

Perchè 2 U?

Eccoci qua!
Mi chiamo Gianmaria, encantado de conoceros, come si dice qua in Spagna, già perché in questo momento vivo a Valencia, tornando a noi, ho ** anni e Vanity Fair ha detto di me: "bello ma non bellissimo, bravo ma non bravissimo, è come se un mix di qualità medie avesse generato un cocktail esplosivo capace di stendere chiunque." Fico, no?¿

Comunque questo è il mio primo blog personale, anzi a dirla tutta il secondo (il primo vero e proprio era un orribile progetto dell'università che ho fatto con la mia carissima amica & ex compagna di corso Alessandra su due noiosissimi ricercatori Pavesi...), ma a parte il fatto che ho un ricordo vago di quel blog, annebiato dal fumo del tempo, non è di questo che volevo parlare.
In realtà volevo spiegare i motivi che mi hanno spinto ad aprire un blog e il perchè del suo strano nome (diciamo che come primo post non è dei più originali, ma è un obbligo che si sentono un pò tutti quelli che iniziano a cimentarsi in questo mondo di racconti digitali).

Il primo motivo è molto semplice, ovvero volevo trovare una risposta a una delle tante domande esistenziali che ogni tanto mi pongo, soprattutto nei momenti di catarsi astrologica e tra un oroscopo e l'altro di Paolo Fox, ovvero: Perché todo el mundo tiene un blog e io NO??
Il secondo motivo è invece perché finalmente anch'io potrò rispondere affermativamente a tutti coloro che mi chiedono: "Ma tu ce l'hai un blog?" e quando io gli rispondo di no, il loro sguardo mi fa sentire come se fossi uno dei tanti casi umani ospiti della d'Urso a Pomeriggio 5.

In ultimo volevo spiegare il titolo di questo blog: MUUY MIO, che in italiano significa "molto mio" (e non ci vuole un genio per capirlo eheh), ho voluto utilizzare una frase che diciamo continuamente io e andrés (il mio coinquilino qua di Valencia) per indicare qualcosa che ci piace particolarmente bene. Infatti questo blog parlerà di ME (argomento interessantissimo, ovviamente) e di tutto quello che mi piace o che mi passa per la mente in quel preciso momento, dalla musica ai film, dalle serie televisive alle ricette di cucina, dal mio taglio di capelli alla mia nuova maglietta, eheh.
Il titolo l'ho scritto con 2 u non perché non so come si scriva muy o perché mi sono sbagliato e me ne sia accorto solo ora, ma perché volevo in qualche modo far capire come queste parole vadano pronunciate, ovvero con un forte accento sulla U di muy, in modo tale che l'attenzione si concentri più sulla prima parola che non sulla seconda (non so perché, ma è più bello pronunciarlo così).

E questo è quanto. Spero di non avervi annoiato, ma soprattutto spero che col passare del tempo questo blog diventi sempre più figo e interessante.
Quindi... (ah, quanto mi piace la suspance che si crea con i puntini) al prossimo post.


Questo tipo qua in alto... è l'autore di questo blog!